Jurij Ferrini è Vladimiro, un attore confuso e perso nella solitudine di un teatro chiuso, quasi ne fosse prigioniero. C’è solo una telecamera, forse una spia rossa, o più di una, con cui inizia a rapportarsi come se quello strumento fosse il mondo che lo può ascoltare. Da quella piccola luce è come se arrivasse una soluzione al suo problema, il fatto di non avere nessun essere umano a cui raccontare alcunché. E lui, attonito, crea un patchwork di frasi che provengono dal testo simbolo dell’assenza di senso dell’esistenza umano, “Aspettando Godot”, opera teatrale di Samuel Beckett, scritto verso la fine degli anni Quaranta, e mai come oggi tanto attuale. Vladimiro resta privo di una sequenza logica, muovendosi nello spazio del teatro quasi fosse un cimelio di un’epoca passata. Lo tocca. Lo accarezza. Dice il testo che ricorda. Si domanda e si risponde da solo.
Attore, regista teatrale e fondatore del Progetto U.R.T., una Compagnia Teatrale Indipendente, che nel 1999 ottiene il riconoscimento dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Jurij Ferrini, 50 anni, è legato al Teatro Stabile di Genova sia da studente, che da attore emergente, fino al 2004. Dal 2005 lavora con il Teatro stabile di Torino collaborando con importanti registi italiani come Gabriele Vacis, Beppe Rosso e Cristina Pezzoli. Vincitore del Premio Gassman e del Premio Olimpico di Vicenza organizzato dall’ETI. Fonda e dirige dal 2016 la Shakespeare School, una scuola di perfezionamento per attori, con sede a Moncalieri (TO) con il patrocinio e il sostegno della Regione Piemonte.