ANGST - il dramma perfetto

ANGST

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Giulietta Debernardi e Diego Dioguardi
19 Ottobre 2019
21:00

Stagione Teatrale 2019 – 2020
Cafè Müller
Via Sacchi, 18/d
Torino

biglietteria

ingresso intero 12 €
ingresso ridotto 9 €
info biglietteria

Il teatro d’attore, la spazializzazione del suono in diretta, l’utilizzo delle videoproiezioni, si fondono in un luogo senza tempo, tra ombre espressioniste e immagini contemporanee. In scena, una struttura di metallo chiusa da pareti di garza, specchio di una condizione esistenziale paralizzata, si trasforma in spazi altri. Le immagini videopriettate e il tappeto sonoro, che sostiene la linea drammaturgica con originali effetti sonori sulle note dell’ottava sinfonia di Shostakovich, richiamano le atmosfere del cinema noir, avvolgendo lo spettatore in un’esperienza sonora e visiva.

liberamente ispirato a Paura di Stefan Zweig

Di e con Giulietta Debernardi e Diego Dioguardi
consulenza artistica Laura Bevione
consulenza drammaturgica Michele Panella
regia Giulietta Debernardi
luci Michele Losi e Giulietta Debernardi
sound design Diego Dioguardi
progetto video Alberto Momo
scene e costumi Matteo Lainati e Mariella Navale
coproduzione ScarlattineTeatro e La Caduta / Campsirago Residenza
con il sostegno di Next 2018 Regione Lombardia
Genere teatro di prosa

durata 50'

www.campsiragoresidenza.it

I-SOLO

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Jérôme Thomas
11 > 12 Ottobre 2019
21:00

Stagione Teatrale 2019 – 2020
Cafè Müller
Via Sacchi, 18/d
Torino

biglietteria

ingresso intero 12 €
ingresso ridotto 9 €
info biglietteria

I-Solo, è Jerome Thomas che si reinventa in scena in un approccio sempre molto fisico, tuttavia trasformato dai propri testi, sulla giocoleria, sull’arte e sull’esistenza, che mette in scena con giustizia e una schiacciante sincerità. Tra giocoleria, danza, domande filosofiche, umorismo e giochi sonori elettro-futuristici, Jérôme Thomas usa una scrittura i cui le parole folgoranti danno ritmo ai grandi momenti della sua giocoleria poetica.

Di e con Jérôme Thomas
Produzione ARMO/ Cie Jérôme Thomas
Coproduzione Cirque Jules Verne, Pôle National Cirque e Rue d’Amiens con il sostegno di Sirque Pôle National Cirque de Nexon, Nouvelle-Aquitaine (residenza di creazione) e città di Dijone.
Genere circo contemporaneo

durata 75'

www.jerome-thomas.fr

blucinQue / Qanat Arte e Spettacolo – Off Ballad

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blucinQue / Qanat Arte e Spettacolo
25 Ottobre 2019
10:00 - 12:30

Presentazione del progetto a CIRCa - Pôle national cirque Ciné 32, Auch
info biglietteria

blucinQue / Qanat Arte e Spettacolo – Off Ballad

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blucinQue / Qanat Arte e Spettacolo
07 > 13 Settembre 2019
ore :

Tappa di creazione Espace Catastrophe di Bruxelles
info biglietteria

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue
15 Settembre 2019
21:00

Cupula Circus Village Festival
info biglietteria

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

  Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e  blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue
28 Agosto 2019
21:00

Todi Festival
info biglietteria

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

  Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e  blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

blucinQue – Luk/Osservatorio

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blucinQue
06 Luglio 2019
22:00

Artescena / XIII edizione
info biglietteria

Luk/Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.  Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite.

Realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, lo studio si incentra sul concetto di limite fisico del corpo. Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questa narrazione “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli.

Il processo di creazione di Luk/Osservatorio si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Beatrice Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Luk. Lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

  Caterina Mochi Sismondi si è formata come danzatrice e coreografa, specializzandosi nel teatrodanza. In un percorso di ricerca personale, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, teatro di parola e movimento, ha esplorato diversi settori della creatività contemporanea, guidata da un disegno in cui teatro, danza, musica, letteratura e arti visive si potessero fondere in una profonda e ricca risorsa espressiva. È diventato cruciale legittimare la contaminazione tra discipline, ossia la capacità di guardare oltre l’etichettamento di stile e di genere, per conquistare una dimensione espressiva ibrida e fluida: ha così assimilato il nouveau cirque e le sue risorse espressive al proprio lavoro, come arricchimento ed emblema di questo intento. Nella messa in scena il corpo spiazzato, spezzato e imbarazzato, in bilico, fuori asse e fuori tempo è il cuore della ricerca su voce e movimento. Lukas Vaca Medina nato a Bogotá, in Colombia, ha conosciuto il teatro di strada e il circo all’età di 15 anni e ha deciso di fare dell’arte il suo stile di vita. Si è specializzato nella tecnica della ruota Cyr e nella manipolazione degli oggetti alla scuola di Cirko Vertigo a Torino, in Italia. Successivamente è entrato a far parte del programma artistico presso il Centro di formazione regionale Arc en Cirque di Chambéry, in Francia. Federico Dal Pozzo è sound artist, compositore elettroacustico e musicista. Ha collaborato come esecutore nel “Dadadang_parata per percussioni in movimento”, in importanti festival europei. Diplomato alla Recording Workshop (Chillicothe, Ohio) in Audio Recording and Music Production, ha realizzato la rumoristica del film “Cabaret Crusades_the horros show file”, regia di Wael Shawky. Ha concepito e realizzato un concerto per macchine da cucire al Castello di Rivoli e l’installazione concertata “Adiastenia” (festival Flashback_Sound) concepita su una struttura matematica responsabile della generazione, nel tempo, di una partitura musicale e visiva. Collabora con musicisti e artisti europei tra i quali Frederico Pimpão, Roi Carmeli, Sofía Bertomeu Hojberg, Lorenzo Abattoir. Bea Zanin è una musicista polimorfa e in continuo mutamento. A partire dallo studio classico del violoncello, si è dedicata in seguito all’esplorazione dell’underground, tra le taglienti sonorità dell’industrial e le melodie della musica indipendente. Parallelamente si è dedicata allo studio e alla programmazione di musica elettronica, in particolare in ambito electro, e ha coprodotto il suo primo album, con forti influenze synth-pop ma con la contemporanea presenza del violoncello. Il suo obiettivo è quello di porre in evidenza il contrasto tra analogico e digitale, tra legno e microchip. Su questa linea ha reinterpretato alcuni brani seicenteschi in versione elettronica, mettendo in evidenza le affinità tra il concetto di variazione barocca e la ripetitività della musica house.

 

regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
interprete Lukas Vaca Medina
music live e suono Federico Dal Pozzo
violoncello Bea Zanin
light design Massimo Vesco
produzione Qanat Arte e Spettacolo
in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e  blucinQue

durata 50'

www.blucinque.it

Different Concert

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Esa & Filippo
15 Giugno 2019
19:30
Cafè Müller
Via Sacchi, 18/d
Torino
info biglietteria

CIRKO VERTIGO – OUT/IN

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CIRKO VERTIGO
29 Giugno 2019
21:30
Parco Culturale Le Serre
Via Tiziano Lanza, 31 Grugliasco

biglietteria

ingresso intero unico 8,00€
info biglietteria

Il debutto di sette progetti di creazione personali, esito di un percorso di ricerca artistica diretto da Caterina Mochi Sismondi, di altrettanti allievi del Terzo Anno di formazione continua presso l’Accademia di circo contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo.

Un’immersione nella varietà delle tecniche circensi – corda, roue cyr, giocoleria, tessuti, trapezio e danza – corredata da un visual creato ad hoc che mostra allo spettatore il “dietro le quinte” della creazione circense: i momenti di backstage, le cadute e le “risalite”, la fatica del corpo e quella della mente, la voglia di superare i proprio limiti e la soddisfazione nel riuscirci.

Hipocresía di Arianna Possidoni è una performance di corda aerea, giocoleria e acrodanza sulla responsabilità di assumere conflitti interiori. La risalita e lo sfinimento si sperimentano tra lanci casuali e lanci in perfetto allineamento con le azioni; dalle corde musicali, dalle corde vocali alle corde acrobatiche, dal corpo in movimento allo strumento corpo, dall’oggetto al suono, Justine Delolme alle corde liscie e danza, ed Elena Mélody al piano voce loop, in Làtemps… mostrano traiettorie che sembrano più comuni di quanto riteniamo; Irrequietezza di Matteo Ruzzu si ispira invece all’opera I cerchi nel cerchio di Kandinsky per parlare di una sensazione che si muove dentro di noi come quei 25 cerchi si muovono all’interno dell’ingranaggio. E ancora: Chi sono IO? di Vicente Andres Quiroz Briceno ai tessuti e trapezio dance è una performance che narra la lotta tra mente e corpo.

Attraverso il movimento sul tessuto la mente fugge verso un altro luogo, evade da se stessa… non si può fuggire per sempre però, ma si può cogliere l’attimo, un istante a volte anche solo estraniandosi dal tutto, elevandosi, cercando nuovi orizzonti, nuovi punti di vista. Il Mare di Federico Ceragioli rievoca il moto continuo, perpetuo e dissonante della marea. Il suo canto che può cullare o scatenare immense paure. Il suono delle sue onde, con un ritmo sempre uguale eppure unico e diverso. Le sue forme curve e increspate che si infrangono quasi per distruggere volontariamente quella meraviglia che solo per pochi istanti è stato possibile ammirare. Infine Paranoia è il titolo della performance di José Mallol Pepe Chocomeli sulla paura di ciò che è comunemente considerato “anormale”.

 

PRIMA NAZIONALE
con gli artisti
Vicente Andres Quiroz Briceno, Federico Ceragioli, José Mallol Pepe Chocomeli, Justine Delolme, Elena Mélody, Arianna Possidoni, Matteo Ruzzu
accompagnamento alla creazione Caterina Mochi Sismondi
accompagnamento alle tecniche di circo e movimento Arian Miluka, Silvia Francioni, Daniela Paci
immagini video Stefano Rogliatti

durata 100'