In occasione del 31° Torino Film Festival gli artisti di Cirko Vertigo sono stati presenti nell’area prospiciente il Cinema Massimo nelle sere di programmazione della manifestazione. Dieci giovani artisti, provenienti dai quattro angoli del mondo, hanno messo in scena un intervento di spettacolo creato ad hoc per il Festival dalla mano esperta di Ewan Colsell, veterano del teatro di strada e del circo contemporaneo. Una vera e propria troupe composta da finti registi, cameraman, fonici e assistenti ha coinvolto il pubblico, gli operatori del settore e persino il Direttore Artistico del Festival, Paolo Virzì interagendo simpaticamente con loro e generando all’ingresso delle proiezioni situazioni molto divertenti.
Paolo Virzì “dirige” il Cirko Vertigo
Insolito e divertente sketch del direttore del Tff al lancio di «Grazing the sky» di Horacio Alcalà, documentario che racconta il meraviglioso mondo del circo, dal Cirque du Soleil agli artisti torinesi
Di Letizia Tortello
«Simpatico, spiritoso, frizzante e popolare». Paolo Virzì l’aveva detto: il mio festival introdurrà il divertimento. E così sia. Già dal primo giorno di Tff, in una giornata in cui il clima non è certo mite a Torino, l’atmosfera è stata riscaldata dalla simpatia del regista livornese. Che si è prestato a dirigere in strada, con uno sketch comico degno della grande commedia italiana, un gruppo di finti registi e attori del Cirko Vertigo, chiamati a fare animazione davanti alle sale.
Scenetta insolita e sorprendente, per un festival del cinema che però vuole rompere gli schemi. Disponibile, affabile, il direttore saltabecca (e fa chilometri da un cinema all’altro) tra il Massimo, il Lux, il Reposi, per presentare tutte le proiezioni in concorso. Ma ci teneva ad esserci anche al lancio di «Grazing the sky» di Horacio Alcalà, documentario di un giovane messicano che racconta il meraviglioso mondo del circo, dal Cirque du Soleil ai torinesi di Cirko Vertigo. E proprio davanti alla sala ha improvvisato la gag con i giovani. Altro che red carpet, la vera star è lui.
Da La Stampa